Analisi CVR | Ecco come raggiungere gli obiettivi di profitto per il tuo ristorante

Qualunque attività imprenditoriale, quale che sia il suo settore di competenza, ha come scopo primario il raggiungimento di un obiettivo di profitto. Anche il settore ristorazione non fa eccezione; per quanto possa essere forte la passione che muove la tua attività, bisogna poi fare i conti con la sua effettiva redditività.

Per nessuno, anche per lo chef o il ristoratore più dedito al suo lavoro, produrre in perdita può essere fonte di soddisfazione; la tua attività deve produrre anche la giusta remunerazione.

Come raggiungere allora il giusto obiettivo di profitto? Sicuramente una gestione efficiente è la marcia in più che consente alla tua attività una crescita sana e produttiva. Tra i diversi strumenti previsionali un’analisi molto utile per una giusta pianificazione delle politiche economiche da seguire è l’analisi CVR Costi-Volumi-Risultati.

Grazie a questo metodo è possibile, sulla base dei costi fissi e variabili sostenuti dalla tua attività di ristorazione, stabilire le quantità (volumi) che si dovrebbero produrre e vendere, per pareggiare le spese (costi) ottenendo un determinato profitto (risultati).

Ricorrendo a questo modello di analisi, è possibile quantificare il volume di attività necessario per stabilire il livello ottimale per il raggiungimento dei risultati economici che ci si è prefissati. Ecco allora l’utilizzo della cosiddetta what-if-analysis, ossia una simulazione, un modello basato su dati il cui scopo è quello di valutare l’impatto di una variabile (es. un investimento, una politica di prezzo, ecc.) su altre variabili (es. i ricavi, i costi o i profitti).

L’analisi CVR consente inoltre di calcolare le condizioni di rischio operativo, e quindi l’eventuale riduzione della redditività alla contrazione dei livelli di attività; conseguentemente, con questo metodo è possibile valutare modelli produttivi alternativi (es. make or buy) e il loro differente impatto sulla struttura dei costi e sulla leva operativa che misura il grado di rischio e le opportunità collegate alle variazioni dei ricavi di vendita.

La “quantità ottima” Q*, prodotta e venduta, che permette un equilibrio tra costi totali e ricavi di vendita realizzati, si ottiene dal rapporto tra costi fissi e margine di contribuzione.

Il punto di equilibrio si ha naturalmente in corrispondenza della quantità ottima necessaria ad eguagliare i costi totali con i ricavi. In caso di quantità prodotte e vendute maggiori, si ottengono degli utili; con quantità prodotte e vendute minori, si è in perdita.

Indispensabile, quando si fa ricorso a questa analisi, è la determinazione del margine di sicurezza che si calcola tramite la differenza tra vendite previste (o effettive) e vendite a pareggio e che fornisce informazioni utili per valutare di quanto effettivamente possano calare le vendite prima che si inizino a registrare delle perdite. Naturalmente, più alto è il margine di sicurezza, minore è il rischio di non pareggiare.

Tenere tutto sotto controllo non è certamente semplice; per questo sicuramente per la tua attività di ristorazione farai riferimento a professionisti del settore che sappiano guidare al meglio le scelte economiche della tua azienda.

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