Green pass e ristorazione:
Cosa cambia dal 15 ottobre

Green pass e ristorazione

Dal marzo 2020 con l’esplodere della pandemia, nell’ottica di arginare la diffusione del virus, il quotidiano si è gradualmente conformato a nuove abitudini e nuove regole, dai lockdown totali ai vari DPCM, dalla categorizzazione in zone suddivise per colore al tanto discusso green pass successivo all’accessibilità diffusa del vaccino.

Tutti i settori, alcuni in particolar modo, si sono dovuti adattare a restrizioni e chiusure, la ristorazione tra questi. Distanziamento, capienza limitata, numero massimo di persone per tavolo e, in alcuni momenti, possibilità di servizio al tavolo solo all’aperto. I gestori hanno quindi dovuto ricalibrare il lavoro in maniera differente e applicare tutte le misure necessarie al contenimento del virus.

Già dall’estate appena trascorsa, l’introduzione del green pass obbligatorio per l’accesso ad alcuni servizi/attività, ha portato il settore ristorazione ad adeguare ulteriormente la propria attività alle nuove regole. Dal 6 agosto si è infatti, reso necessario il controllo della certificazione per i clienti in caso di consumazioni all’interno dei locali con servizio al tavolo; esenti da quest’obbligo le consumazioni al banco o in tavoli all’aperto.

Con l’ulteriore estensione dell’obbligatorietà del green pass per dipendenti pubblici e privati, quali saranno le nuove disposizioni? Cosa cambierà dal prossimo 15 ottobre, in particolare nel settore ristorazione?

Se fino ad oggi il green pass veniva richiesto solo al cliente, ora l’obbligatorietà si estenderà anche ai dipendenti (cuochi, camerieri, cassieri, ecc.) che accederanno ai locali per esercitare la propria professione. I titolari saranno quindi tenuti al controllo della certificazione sia dei clienti che dei dipendenti, saranno loro i diretti responsabili di eventuali violazioni e incorreranno in sanzioni amministrative in caso di trasgressione alle disposizioni di legge.

Secondo quanto stabilito dal decreto approvato il 16 settembre, ed in vigore fino al 31 dicembre, data alla quale è stato prorogato lo stato d’emergenza, i lavoratori non in possesso di green pass potranno essere multati con sanzioni dai 600 ai 1500 euro, ma non licenziati. Dopo un giorno di assenza ingiustificata, e sempre in assenza di green pass, il dipendente vedrà sospeso il rapporto di lavoro e con esso l’erogazione dello stipendio. In caso invece, di contraffazione del green pass potrà scattare la denuncia.

Ai datori di lavoro che non si atterranno alle verifiche previste potrà invece, essere comminata una sanzione che va dai 400 ai 1000 euro, senza però sanzioni di tipo disciplinare.

Nuovi controlli quindi e nuove norme a cui attenersi anche per il settore ristorazione, con l’auspicio che tutto ciò scongiuri ulteriori chiusure e che ci proietti fuori da una crisi sanitaria, e non solo, che ci ha toccati tutti da vicino.